Villa Pinciana

La Cantina


Villa Pinciana

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La cantina, appena ultimata, è stata realizzata con le tecnologie più moderne e innovative in modo da consentire un monitoraggio continuo della produzione ed ottenere la qualità migliore.

La cantina, appena ultimata, è stata realizzata con le tecnologie più moderne e innovative in modo da consentire un monitoraggio continuo della produzione ed ottenere la qualità migliore.

"Il nostro sogno?
La creazione di un'azienda
agricola destinata alla produzione
di un vino di qualità, con ambizioni
internazionali, nei luoghi degli affetti
e della memoria".

Saper fare vino

Saper fare vino significa saper trovare il giusto equilibrio tra tutti i fattori che entrano in gioco nella realizzazione di un vino. Significa saper dare il giusto peso a tutte le componenti che identificano il terroir. Gestione del terreno, caratteristiche microclimatiche rapportate alla gestione vegetativa della pianta, la decisione della corretta epoca di vendemmia, dal sistema di raccolta alla tecnologia di vinificazione fino alla scelta dei blend. Saper far vino prevede la completa intesa tra vignaiolo, cantiniere, enologo, proprietà per garantire una continuità di trasformazione dell’uva in vino per far emergere i caratteri contraddistintivi del territorio.

La saggezza
della memoria

La vita di Ilaria Pietromarchi si divide tra il paesaggio familiare della Maremma – con i suoi boschi di lecci, le sue macchie di mirto, le sue pinete – e Roma, dove si laurea in Statistica. La giovane si specializza poi in economia negli Stati Uniti, infine si trasferisce a Londra. Ma le piante di antico fusto hanno radici profonde. Ed è così che Ilaria, dopo aver sposato Massimo Tosato, matura il progetto che avrà la sua splendida realizzazione in Villa Pinciana. Nasce quindi un'azienda impegnata nella produzione di un vino di qualità, in luoghi che sono naturalmente votati, come ha rivelato l'esperienza precedente di Bolgheri, alla creazione di uno splendido nettare di Bacco.

La fiducia
nella tecnologia

Ilaria e Massimo hanno accettato la scommessa sotto la guida, sin dall’inizio, dell'enologo Paolo Caciorgna e dell'agronomo Edoardo Pastorelli. Così hanno preso forma nove ettari di vigna, in gran parte autoctona (Sangiovese, Pugnitello e Vermentino), ma accompagnata anche da vitigni francesi quali il Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Petit Verdot e Syrah . La realizzazione recente della cantina, con una barricaia e sale di affinamento interrate nella collina (a temperature e umidità ottimali per l’evoluzione del vino), ha potuto avvalersi di tecnologie rispettose delle uve. Proprio da questa cantina esce oggi una produzione limitata nella quantità ma di particolare qualità.

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